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“Tutto me stesso”

Se scomponessimo tutti gli elementi che contraddistinguono la fase creativa di Gianluca Bosello, ci troveremmo proiettati nella nostra stanza dei ricordi, in compagnia di f, gioie ed inciampi giovanili. Un percorso a ritroso, il suo, inciso su pareti ricche di rugiade brumose e fluidi vividi, sposati ad arte dalla serenità caratteriale dell’autore.

Un impatto visivo così intenso, d’astrarre il nostro punto d’osservazione e richiamare alla mente uno spaccato neorealista, un untimità umorale ed innocente che punge cuore e testa.

Gianluca Bosello non raffigura la fisicità dell’uomo, preferisce sottolinearne o lo spirito che aleggia nei solchi e nei segni del tempo sopra i suoi muri, dove ipotetiche linee della vita godono d’immortalità, in un passaggio virtuoso testamentario.

La bicicletta, altro simbolo caro all’autore, è il sostegno, la direzione. Il suo movimento lento, ma continuo, è metafora del soffio vitale del quotidiano, il volto delle tre età, dall’infanzia all’ultimo valzer.

L’artista più Pulcinella che Arlecchino, propone una inusuale versione esistenziale della memoria, dove luci ed ombre sono il transfert dell’ondivago pensiero, fra nostalgia antica ed incertezza futura.

La sua pittura rapisce come la litania di un vecchio carillon, il quale nel proporre sempre le stesse note, ricorda l’immutabilità delle cose.

Seguiamo con stupore e trasporto l’indicazione del messaggio artistico di Gianluca Bosello: “in fondo il tempo è veloce, basta non lasciare troppa polvere sui nostri sogni.”

Massimo Mondaini

Le ormai ben conosciute “biciclette”; che rappresentano un momento assai ben preciso nel tirocinio pittorico di Gianluca Bosello, affidano il loro equilibrio costruttivo a poche superfici piane di contorno, sapientemente iolte attraverso una composizione coloristica che se pur non dimentica assolutamente la realtà, ne ricerca il dramma con un rapporto, spesso forte, ma risolto con maestria. Un colore che è giunto all’attuale ricchezza di toni, di passaggi, di modulazioni, non frantumate in una serie giustapposta di notazioni, ma fortemente circoscritte e sostenute da forme che pongono gli oggetti sia che siano biciclette, cartelloini pubblicitari, finestre, etc…
Co che Bosello, rivive e le ripropone in una legittima personale interpretazione; un racconto contenuto entro poche frasi, da cui traspare un ansia di partecipazione umana un idealismo recuperato, la scelta voluta e cosciente di un limiteoltre cui non procedere per non correre il rischio di perdere un equilibrio raggiunto fra tanti pericol, un contatto stabilito con una natura illuminata e serenaferma nell’ora incantata ed eterna dell’emozione.
E’ esemplare per questo tipo di pittura che va considerata per rendere con la sua essenziale sicurezza quelle figurazioni che si abbracciano intere immediatamente, lascia ed ha lasciato dietro di sè tutta la fatica del suo tirocinio, impadronendosi di quella sicurezza che in pittura, come in tutte le arti è la propria maturità.

Umberto Zaccaria

2 commenti

  1. Ho conosciuto il lavoro di Gianluca alla Fiera dell’arte di Reggio Emilia, tra i tanti lavori artistici che vi erano il suo mi ha colpito subito, in maniera molto particolare, è riuscito in soli pochi secondi a suscitare in me molte emozioni…..è proprio questo che deve fare l’arte…e lui è un grande artista.

  2. Ho acquistato un’Opera del Maestro Bosello ………………. un treno ………..una ferrovia………dettagli che colpiscono per l’esatta collocazione spaziale. Un quadro “materico” ed una cromia intimista, verista, morbida……….usando una sinestesia……………Grazie per le emozioni

    Un estimatore curioso

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